Le FAV, o fibre artificiali vetrose, sono un tipo di materiale che fanno parte di una grande famiglia di fibre artificiali inorganiche, con delle caratteristiche che si differenziano non solo per quanto riguarda la funzionalità finale, ma anche la modalità di produzione.

Sono conosciute anche come MMVF, acronimo di Man-Made Vitreous Fiber, e fanno parte del gruppo di fibre più importante a livello commerciale di tutte le fibre artificiali inorganiche, grazie alla loro grande capacità di resistenza e inestensibilità. Ma, allo stesso tempo, risultano molto flessibili, sono completamente ignifughe e resistenti all’umidità, a sostanze chimiche corrosive e non è possibile degradarle da microrganismi.

Classificazione delle FAV

Esistono diversi tipi di fibre nella famiglia delle FAV, che si differenziano per utilizzo e composizione:

  • le fibre a filamento continuo, vengono impiegate nell’industria tessile, per utilizzi elettrici o per allestire materiali rafforzanti di plastica o cemento, grazie al tenore di silice che possiede diverse proprietà tecniche;
  • le lane di vetro, che possono essere anche di scoria o di roccia, che vengono prodotte dopo una fase di fusione delle materie prime, attraverso dei processi per fibraggio in centrifuga o di soffiatura. Le proprietà di queste lane di vetro sono un’ottima resistenza alla trazione, ma una bassa resistenza all’abrasione e all’impatto e un alto isolamento sia a livello termico, sia a livello acustico. Vengono utilizzate principalmente per scopi speciali, come in filtri ad alta efficienza e in ambito aerospaziale;
  • le FCR, acronimo di fibre ceramiche refrattarie, che vengono realizzate attraverso dei processi di soffiatura e di filatura, grazie a particolari processi chimici a temperate decisamente elevate. Quindi, le fibre ceramiche, posseggono una grandissima resistenza alle temperature più alte, una conducibilità termica piuttosto bassa. Questo vale anche per quanto riguarda la conducibilità elettrica ed acustica. Sono praticamente immuni agli acidi. Le fibre ceramiche vengono impiegate solitamente in ambienti industriali, come nell’isolamento dei forni, degli altiforni, degli stampi di fonderia, dei cavi, delle condutture, ma anche per la produzione di giunti, nelle industrie di tipo aeronautiche, automobilistiche e nei dispositivi di protezione anti incendio;
  • le altre FAV, di cui fanno parte l’AES e l’HT wool, sono le cosiddette fibre speciali. Vengono utilizzate come isolanti in diversi ambiti dell’edilizia e altri ancora. Ad esempio nell’isolamento acustico delle camere, nelle colture fuori suolo, nel miglioramento dei prodotti bituminosi, di cemento e per quanto riguarda i materiali compositi.

Le FAV sono dannose per la salute?

I danni delle FAV sull’organismo sono oggetto di studio da decine di anni. La normativa che regolamenta questo materiale, ovvero quella CLP, che si occupa di classificare, etichettare ed imballare le sostanze e le miscele, afferma che le FAV sono assolutamente non dannose per la salute, infatti non risultano né irritanti e neanche cancerogene.

Attraverso la Nota Q, stabilisce che non è possibile classificare una sostanza come cancerogena se è dimostrabile, attraverso esperimenti o test, che le fibre posseggono un’alta bio-solubilità, ovvero una caratteristica piuttosto comune per quanto riguarda le fibre con un’alta quantità di ossidi alcalini o alcalino terrosi.

Per quanto riguarda la Nota R, invece, stabilisce che non è possibile classificare come cancerogena una fibra con un diametro medio che sia superiore a 6 micron.

A livello legislativo, nel nostro ordinamento, non ci sono dei valori limite di esposizione riguardo le fibre artificiali vetrose né nei luoghi di lavoro, né dei valori da rispettare per gli ambienti domestici o residenziali, né per l’aria.

Esistono dei valori, pubblicati al di fuori dall’Italia, che però non costituiscono legge, ma vengono utilizzati per al fine della gestione a livello sanitario dell’ambiente.

I rifiuti a base di FAV sono pericolosi?

Un rifiuto viene considerato pericoloso dal momento che contiene una concentrazione di sostanze nocive per la salute dell’uomo.

Per quanto riguarda i FAV, le uniche caratteristiche che potrebbero costituirne la pericolosità sono la concentrazione di ossidi alcalini o alcalino terrosi e il diametro delle fibre.

In caso di una bassa bio solubilità e piccolo diametro, un possibile rifiuto a base di FAV verrebbe classificato come pericoloso, ma, in tutti gli altri casi, verrebbe valutato come un rifiuto come un altro.

Per lo smaltimento o la posa in opera di questo particolare materiale è necessario attrezzarsi di dispositivi di protezione personale, ovvero una maschera protettiva, occhiali protettivi e indumenti da lavoro. Per gli altri tipi di FAV è consigliabile utilizzare anche le maschere facciali filtranti.

Come si effettua la bonifica delle FAV?

La bonifica delle fibre artificiali vetrose avviene attraverso una procedura divisa in due fasi. Inizialmente viene effettuata un’attenta analisi sulla possibilità di presenza di materiale cancerogeno, tenendo conto di due parametri. Il primo è sicuramente la presenza di ossidi alcalini o alcalino-terrosi e poi il diametro medio della lunghezza delle fibre.

Una volta che viene calcolato il rischio di pericolosità, nel caso venisse considerato elevato, si estrarrebbe fuori il materiale, per poi imballarlo secondo delle misure specifiche. Fatto ciò viene portato in una apposita discarica, che deve impedire qualsiasi contatto del materiale con l’ambiente abitato o le falde acquifere. È importante effettuare un’accurata pulizia dopo la rimozione del materiale.

Solo dei professionisti, provvisti di certificati, possono provvedere alla bonifica di un ambiente con FAV.