L’architettura di una casa rivela il suo stato di salute.

Le crepe nei muri, a volte sono un fastidioso fenomeno estetico che rovina l’armonia delle pareti, ma altre volte sono un campanello d’allarme su problemi di stabilità che interessano l’edificio. Ma come nascono le fessurazioni di pareti, travi, solai e pavimenti?

Il volume del terreno può alterarsi in funzione della variazione della quantità di acqua contenuta al suo interno. Forti piogge o periodi di siccità prolungata modificano la percentuale di liquido e modificano il volume del sottosuolo. Questi cambiamenti si ripercuotono sulle fondazioni della casa, che cercano di trovare una nuova stabilità compiendo dei movimenti di assestamento.

Tali moti portano a delle tensioni a carico dei materiali che compongono l’edificio, provocando la comparsa delle crepe.

Le fessure nelle pareti devono essere valutate da un tecnico competente per appurare se alla loro base c’è un problema di cedimento delle fondazioni, che rischia di mettere in pericolo l’incolumità degli occupanti dell’edificio.

Gli esperti geostrutturisti si occupano di analizzare il quadro fessurativo dell’edificio per valutare la portata e l’andamento del problema e agire sulla causa alla base della alterazione del volume di liquido del suolo (come perdite della rete idrica).

Il tecnico preposto si occupa di stabilire se la lesione è passante, per capire se interessa la muratura sottostante oppure si limita all’intonaco. Se le crepe sono appunto passanti, occorre eseguire un intervento di richiusura su entrambi i lati della muratura.

Gli interventi di consolidamento delle fondazioni

Gli interventi di consolidamento delle fondazioni permettono di agire sulle cause stesse del dissesto per mettere in sicurezza gli edifici. Il consolidamento permette di aumentare la portanza del terreno, di colmare i vuoti riscontrati nel terreno e di recuperare il contatto tra le fondazioni e il terreno.

Tra i principali metodi per aumentare la capacità portante del terreno vi sono l’iniezione di resine espandenti e l’inserimento di pali pressoinfissi.

Questi interventi permettono di riattivare i punti della fondazione per ridurre il rischio di nuovi assestamenti non prevedibili a priori.

L’iniezione di resine espandenti consiste nel pompare attraverso delle cannule nel sottosuolo delle sostanze chimiche biocompatibili che migliorano la composizione del terreno mediante la spinta esercitata da parte delle miscele impiegate. Le sostanze infatti si gonfiano all’interno del terreno andando a colmare le cavità vuote che si sono formate, aumentando le caratteristiche meccaniche del terreno.

Le iniezioni di resine espandenti permettono di allargare il piano fondale e di allentare le tensioni a carico dell’edificio. Le resine non agiscono soltanto come rinforzo delle fondamenta ma contribuiscono a spingere l’edificio verso l’alto.

Si tratta di uno dei tipi di interventi più rapidi ed economicamente convenienti, alla portata praticamente di tutte le tasche.

I pali precaricati in acciaio sono una tecnologia poco invasiva per consolidare le fondamenta. I sottili pali in acciaio sono inseriti nel terreno attraverso dei martinetti idraulici, per distribuire il carico degli edifici in maniera più omogenea. I micropali possono essere singolarmente caricati in corso d’opera garantendone un uso flessibile in relazione alle esigenze del caso. Questa metodologia non produce materiale di risulta e si può attuare senza cantieri particolarmente invasivi.

Si tratta di un metodo molto conveniente in quanto a rapporto tra costi e risultati, e che permette agli occupanti delle abitazioni di restare negli edifici nel corso dell’intervento.

Resine espandenti e micropali precaricati possono essere utilizzati congiuntamente per ottenere un effetto di consolidamento delle fondamenta più marcato.

Ogni intervento comunque deve essere valutato da personale esperto. Non esiste una soluzione indicata in maniera preconfezionata, ma una serie di strumenti che verranno poi applicati in maniera appropriata in relazione alle esigenze del caso.