Se ti affascina l’idea di diventare un arredatore di successo, hai un gusto estetico innato e la capacità di cogliere al volo le esigenze altrui, questo articolo ti spiegherà come muovere i primi passi nel mondo dell’interior design. Passeremo in rassegna le principali competenze che dovrai acquisire e ti spiegheremo come trasformare una semplice passione o un lavoretto occasionale in un’attività in piena regola!

Partiamo, quindi, dal principio: chi è l’interior designer e di cosa si occupa? 

La figura dell’interior designer

Arredare un appartamento è un po’ come scegliere cosa indossare per una serata.

Mobili, accessori, colori, materiali: tutti questi aspetti, al pari di un cappotto o di un paio di calzature, parlano di noi e del nostro stile di vita, comunicano un’immagine vincente o, al contrario, lasciano trapelare eventuali punti deboli.

A volte, però, non abbiamo il tempo e le energie per dedicarci alla cura dell’arredamento domestico. O, magari, non siamo capaci di trasportare le nostre idee nel mondo reale, finendo così per sprecare spazio e creare confusione.

L’interior designer, in questi casi, ha il compito di rinnovare l’ambiente per intero, mettendo al centro sia il gusto, sia le esigenze e le abitudini di chi lo abita.

La formazione e gli studi

Per diventare interior designer, la laurea in Architettura è sicuramente un’ottima scelta, in quanto permette di acquisire buona parte delle competenze ritenute “indispensabili” per lo svolgimento della professione. Tuttavia, non è l’unica strada possibile: Ingegneria e Design Industriale, ad esempio, sono valide alternative.

A far la differenza, comunque, è il “curriculum” nella sua completezza: stage, corsi, tirocini, ma anche l’esperienza diretta, a volte pesano più del titolo accademico.

Difatti, ricordiamo che l’arredatore, diversamente dall’architetto, non è tenuto a possedere requisiti specifici, né a conseguire l’abilitazione o iscriversi ad un albo.

Diventare un libero professionista

Per diventare, a tutti gli effetti, un professionista nel settore dell’arredamento e del design e poter proporre i propri servizi senza limitazioni di sorta, è necessario superare un ultimo step: l’apertura della Partita IVA. Come fare e quanto costa?

La procedura, oggi, è molto più semplice che in passato: non vi è più bisogno di andare di persona alla sede dell’Agenzia delle Entrate, poiché basta collegarsi al portale e svolgere tutti i passaggi per via telematica e, soprattutto, a costo zero.

Se vuoi farti affiancare da un esperto, ma temi di spendere cifre eccessive dal commercialista, puoi rivolgerti ad un servizio online – vedi, ad esempio, Fiscozen – per attivare gratuitamente la tua Partita IVA da interior designer.

Come calcolare tasse e contributi?

Se a preoccuparti sono le spese che dovrai affrontare in futuro, ecco alcune informazioni che ti permetteranno di calcolare tasse e contributi.

Le imposte, per i professionisti che scelgono di adottare il regime forfettario (ad oggi considerato l’opzione più valida), corrispondono al 15% del reddito imponibile (ovvero al 78% dei tuoi incassi, meno i contributi versati nello stesso anno).

Inoltre, se rientri nei parametri della cosiddetta “aliquota start-up”, puoi beneficiare di uno sconto – dal 15% al 5% – sulle tasse per i primi cinque anni di attività.

E i contributi previdenziali? Se intendi lavorare principalmente come interior designer – e non come architetto – fai riferimento alla Gestione Separata INPS.

Pertanto, ogni anno, versi un contributo pari al 25,98% del tuo reddito lordo.