Arredamento contract: di che cosa si tratta

Quando si parla di arredamento contract occorre anzitutto chiarire il significato dell’espressione e soprattutto della filosofia che c’è dietro: l’arredamento contract, infatti, può essere definito come un vero e proprio modo di concepire e fare arredamento, che prescinde da settori specifici, ma attiene piuttosto alle modalità di esecuzione, a cominciare dalle fasi iniziali fino alla consegna dell’opera.

Si tratta di una realtà nata e sviluppatasi per coinvolgere il più possibile il committente nella scelta dei materiali e nelle varie specifiche tecniche, creando un rapporto diretto e costante tra quest’ultimo e gli appaltatori. Un modo di arredare che, per altro, risulta funzionale in una situazione difficile come quella odierna, dove spesso le aziende faticano ad emergere.

Arredamento contract: le parti del rapporto

Tra il committente e il contractor sussiste un rapporto giuridico, per l’esattezza un contratto di appalto disciplinato primariamente dalle norme di settore del codice civile. Lo schema legale tipico è, infatti, quello del contratto di appalto con alcune differenze legate alle figure del rapporto e ad alcune modalità di esecuzione.

La figura principale è il general contractor, ossia il coordinatore della commessa che gestisce i rapporti non solo con il committente ma anche con i fornitori e l’architetto, si interessa personalmente dell’andamento dei lavori e si assicura che le esigenze e le richieste del cliente vengano esaudite.

Altra figura importante è l’interior contractor, ossia colui o colei che si occupa dell’arredo del progetto. Si tratta dunque di una figura più tecnica, che gestisce l’arredamento in diversi ambiti. Può rientrare nell’aria di competenza dell’interior contractor il settore degli arredi fissi come gli armadi, le cucine e le porte, ma anche quelli mobili come i tappeti o i tendaggi. Ancora, di competenza di questa figura è anche il settore dell’oggettistica in serie specifica per una determinata attività, come ad esempio set di asciugamani o lenzuola con il logo di una catena di hotel.

L’altra figura del rapporto è il committente, che può essere sia un privato che, molto più frequentemente, un’azienda; il committente ha la possibilità di visionare l’andamento della commessa come in ogni contratto di appalto ma, soprattutto, ha un potere di personalizzazione ben più ampio del normale.

In Italia, ci sono numerose aziende che si occupano di arredamento contract, potendo contare su un pool di esperti in grado di soddisfare le varie esigenze e le problematiche che si potrebbero presentare in fase di realizzazione.

Arredamento contract: i settori specifici

L’arredamento contract non abbraccia un singolo settore, ma è un modo di pensare e gestire l’arredamento che può riguardare diversi e variegati ambiti. Generalmente si tratta di una realtà che non riguarda solo l’arredamento inteso come elementi mobili, ma che coinvolge intere aree o edifici, nonché attività aperte al pubblico.

É possibile suddividere le categorie interessate:

  • Arredamenti di lusso per complessi residenziali o ville private: è il settore più in voga soprattutto negli Stati Uniti. In questo ambito c’è l’esigenza di personalizzare l’arredamento, inteso come aree specifiche della casa, in base alle esigenze del singolo proprietario.
    Proprio per questo è un ambito che interessa le grandi aziende che realizzano spazi come cucine o salotti, e che veicolano la loro offerta in base alle esigenze dei clienti, sulla base delle indicazioni del general contractor.
  • Arredamento nautico e arredamento navale: sono due ambiti diversi se pur riguardanti la stessa area di trasporto. Per settore navale si intende essenzialmente l’arredamento per le navi da crociera, dunque un settore ispirato al lusso e al massimo comfort per i clienti, dove le parole d’ordine sono qualità e differenziazione in base alla varietà degli spazi.
    L’arredamento nautico invece si riferisce a tutto ciò che riguarda i cantieri, l’armatore, la progettazione e allestimento delle falegnamerie. Un ambito molto delicato e frammentato dove anche il minimo ritardo può comportare penali da pagare.
  • Arredamento per hotel, ristoranti e bar: altro settore in cui si riscontra un ampio utilizzo dell’arredamento contract, per la necessità di convogliare la praticità con l’estetica e la funzionalità che possa attirare più clienti possibili. Anche in questo caso il lavoro del general contractor consiste, soprattutto, nel cercare di cogliere le diverse sfumature tra le richiesti dei clienti, in relazione alla diversità degli spazi e delle aree anche all’interno di un singolo edificio.
  • Arredamento per stand fieristici: forse un ambito in cui la richiesta è minore ma è comunque presente, soprattutto se si tratta di fiere a lungo termine o molto importanti, in cui è importante avere spazi non solo di allestimento ma anche idonei alle pubbliche relazioni.

Arredamento contract: i rischi

Pur essendo una formula e una modalità di arredamento innovativa e valida, anche l’arredamento contract presenta alcuni punti deboli che impongono prudenza e soprattutto competenza nel gestire le commesse.

Una progettazione così dettagliata e decisa quasi esclusivamente dalle commesse può comportare, infatti, dei costi sommersi non calcolati e non gestibili dalle aziende. Per cercare di arginare al massimo questo rischio, occorre potenziare gli uffici di progettazione che sono i veri propulsori di questo modo di fare arredamento: attraverso programmi e strutture adeguate, è possibile preventivare interamente i costi e gestire le commesse nel miglior modo attuabile.